Bella e quanto frequentata meta, la Punta Battisti Domina a SE l’alpe Pedriola fronteggiando l’imponente parete EST del Monte Rosa con la sua complessa struttura Rocciosa sulla quale sono state aperte numerose vie Alpinistiche ed Arrampicata.
Dalla Località Pecetto (Macugnaga) si può utilizzare la seggiovia fino al Belvedere risparmiando circa 600 mt di Dislivello (14€ inclusi nella quota di partecipazione).
Si prosegue con un comodo sentiero fino alla morena dell’omonimo Ghiacciaio. Lo si attraversa seguendo i segnavia, per proseguire dall’altro lato lungo la crestina morenica che conduce sotto il rifugio Zamboni – Zappa all’alpe Pedriola che si raggiunge con un tratto erboso poco più ripido.
Dal rifugio si svolta a sinistra, nei pressi di un grosso masso, dove proseguendo sul prato si incontrano le tracce con bolli e ometti che portano al Colle Bortolon e, dopo aver superato un accidentato tratto di pietrame, scollinando sul versante opposto, si traversa a destra, molto esposto, giungendo all’imbocco di uno stretto canalino che si risale interamente.
Usciti sui pendii soprastanti, che generalmente rimangono innevati fino a tarda stagione, li si risale tenendo la sinistra in direzione della Cresta SE che si raggiunge in prossimità di un colletto.
Risalendo roccette e terriccio, piegando leggermente a destra in breve si raggiunge la Vetta (2754) che gli fa capo la omonima Madonnina che da trent’anni veglia la Punta Battisti.
La bella ed interessante alternativa alla normale, che con tutta probabilità percorreremo, è costituita dalla cresta NO, via molto conosciuta e frequentata. Dal colle Bortolon si raggiunge il filo di cresta (II), o lo si aggira su cengia a destra, per poi continuare su sfasciumi. Quindi ci si innalza direttamente per la cresta con arrampicata facile e divertente, scegliendo i passaggi in base alle proprie capacità. Scesi ad una selletta (II), dove si arriva anche dall’uscita del canalino della normale, si va a destra e si risale una placconata fino ad alcuni gradini in ferro ed una corda metallica. Dopo il primo anello, la fune prosegue in cresta ad un successivo intaglio, che si supera grazie ad una scala di alluminio. Spostatisi sul lato opposto, aiutati da una corda fissa si scala interamente una fessura riportandosi sul filo, seguendo il quale si giunge prima ad una spalla, poi all’ometto di vetta. Proseguendo su aerea cresta, cenge molto esposte e su placche chiodate è possibile raggiungere il culmine del Canalone Chiovenda che, in direzione NO, scende ripidamente e riconduce al rifugio.
Descrizione interamente tratta da Vienormali.it